Il carovita continua a dilagare ed i prezzi sono sempre più alti, anche per quanto riguarda prodotti insospettabili.
Vuoi l’inflazione, vuoi gli avvenimenti mondiali, vuoi anche il cambiamento climatico repentino delle ultime settimane. Ci sono tantissimi fattori che influiscono sui prezzi delle materie prime, soprattutto quelle “di base” che entrano ogni giorno nelle nostre case e finiscono sulle nostre tavole.
L’allarme arriva da Confesercenti, secondo i cui report ci sono stati aumenti già a partire dall’ultimo mese in molti settori della spesa alimentare, con una media del 7,3% annuo in linea generale e con picchi che hanno toccato anche il 20% o più. I fattori, come già detto, possono essere molteplici, a seconda della materia prima di cui si parla.
Un esempio su tutti è il caffè: a partire dal 2021 la tazzina di caffè servita al bar è aumentata in maniera esponenziale, passando dall’euro scarso di un tempo a punte che toccano anche 1,20 euro. Un rincaro che si aggira nell’ordine del 15% in più rispetto a quello cui eravamo abituati in passato. E non tocca solo al caffè
I cambiamenti climatici sicuramente hanno fatto la loro parte, ma l’aumento dei prezzi più alto registrato da Assoutenti nell’ultimo periodo riguarda proprio il settore ortofrutticolo. Secondo l’associazione infatti il calo delle temperature verificatosi in Italia nelle ultime settimane “rischia di farsi sentire anche sulle tasche dei consumatori, attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dell’ortofrutta”.
Questo brusco cambiamento potrebbe danneggiare le piante da frutta, ed è naturale che i coltivatori, nella prospettiva di non avere più raccolti ingenti, abbiano alzato esponenzialmente i prezzi della frutta e della verdura. Quindi, trovando meno prodotti di stagione come albicocche, ciliegie, pesche e pere e mele, ma anche ortaggi, gli italiani potrebbero trovarsi a breve a dover fare i conti con scontrini piuttosto salati.
Nell’ultimo anno, il settore ortofrutticolo ha già subito degli aumenti, che sono destinati a crescere ancora vista la situazione. E non parliamo solamente della frutta, ma anche di ortaggi come carote, cipolle, asparagi, carciofi e patate. Secondo Gabriele Melluso, presidente di Assoconsumatori, «in tale contesto, è altissimo il rischio speculazione, con incrementi di prezzo anche per quei prodotti che non hanno subito alcuna conseguenza dal calo delle temperature». Gli aumenti più alti dell’ultimo periodo hanno riguardato soprattutto le pere, che nell’ultimo anno sono aumentate di prezzo del 20,1%, la frutta con nocciolo che ha toccato punte del 18,5%, e le mele con picchi del 7,2%.
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